Questa pausa delle Nazionali di settembre va in archivio
come una delle più tribolate degli ultimi anni. La sconfitta con la Spagna ci
condanna molto probabilmente agli spareggi di novembre per accedere ai
Mondiali, anche se le squadre in corsa non sono poi tanto temibili. Ciò che
preoccupa i tifosi della Nazionale è il gioco dell’Italia, statico, compassato,
lento e prevedibile. Ventura in parte si è trincerato dietro la scusa di una
condizione atletica non ottimale, viste le sole due giornate di Serie A finora
disputate, ma questo non basta a giustificare un'Italia impalpabile al Bernabeu e quella
a tratti inguardabile della partita contro Israele.
In Italia, quando si parla di Nazionale, si fa presto a fare
processi sommari e mettere alla gogna giocatori, allenatori o dirigenti della
federazione. Questa volta sul banco degli imputati sono finiti Buffon, Ventura,
Insigne e Verratti.
Nel calcio la cronaca fa a pugni con la storia ed è la prima
ad avere sempre più ragione. Dopo il primo goal subito dalla Spagna su
punizione, molti hanno attaccato Buffon per essersi fatto battere da un calcio
di punizione poco angolato e non molto alto, non considerando la difficoltà di
non poter vedere il pallone partire. Criticare Buffon equivale a criticare la
storia recente della Nazionale, dimenticando che la storia ha più dignità
della cronaca.
Ventura senza dubbio è stato il più criticato,
ricevendo critiche ovunque e da chiunque. Ventura ha optato per la continuità
riproponendo il 4-2-4 (che in fase di non possesso è un 4-4-2 e viene indicato
come 4-2-4 per la collocazione alta degli esterni in fase di possesso), modulo
utilizzato cinque volte nelle ultime sei uscite. L’interpretazione del modulo è
stata molto scolastica, con l’Italia, che anziché aggredire compatta l’avversario, lo aspettava difendendo il centro del campo con un baricentro basso. Quest’idea
di difesa posizionale è stata facilmente aggirata dai sovraccarichi che
eseguiva la Spagna su una singola fascia, per poi cercare una maglia rossa sul
lato debole. In fase di possesso l’Italia si è dimostrata incredibilmente
statica, sviluppando il gioco sulle corsie per poi cercare il cross in area per
le due punte, che sono sembrate eccessivamente statiche, troppo vicine tra loro per
poter combinare sullo stretto, ma senza strappi in profondità per allungare la
difesa né corse incontro ai centrocampisti per farsi recapitare un pallone.
Sia Belotti che Immobile hanno toccato pochi palloni (nella gara contro la Spagna 19 palloni toccati in due), trovandosi spesso contro
l’intera difesa avversaria schierata, con un solo goal realizzato nelle due
gare.
Gli azzurri riuscivano a creare ampiezza con le catene
ali-terzino così da arrivare al cross, ma in area i saltatori erano sempre
facilmente controllati dai difensori avversari; nessuno degli attaccanti faceva
movimento per liberare il compagno di reparto e così l’Italia si è trovata ad
avere una circolazione di palla ad U, sterile, che ha prodotto solo
inefficienza realizzativa. Il tutto senza sfruttare minimamente gli half-space per disordinare lo schieramento avversario.
Ventura ha fatto delle scelte sbagliate, ma secondo me non è
giusto demolire il lavoro che ha fatto sulla panchina della Nazionale o peggio
rimpiangere la gestione Conte. Innanzitutto Conte non aveva fatto molto meglio
di Ventura nel medesimo periodo sulla panchina azzurra. Guardando solo le
partite di qualificazione, Conte in 8 gare aveva totalizzato un punto in meno di
Ventura soffrendo tremendamente contro Squadre come Bulgaria e Croazia (forti,
ma non superiori alla Spagna). In termini realizzativi la Nazionale di Ventura
ha segnato molto di più di quella di Conte, che vinse le due partite contro
Malta con uno striminzito 1-0. Molti di Conte hanno il ricordo della bella
Nazionale vista agli Europei e per questo viene così tanto rimpianta, ma Conte
aveva avuto quasi un mese di tempo per plasmare quella Nazionale, mentre
Ventura si è trovato i giocatori a disposizione appena 10 giorni fa ed oggi
sono già ripartiti per i loro club. Sicuramente Ventura non è il miglior
allenatore del mondo, ma ritengo sia ancora troppo presto per processarlo.
Un altro imputato è stato Lorenzo Insigne. Il talento
napoletano è sembrato il più in difficoltà e dalle sue opache prestazioni sono
arrivate le principali critiche alla rigidità tattica di Ventura. Insigne nella
sua comfort-zone di Fuorigrotta è abituato ad associarsi con Ghoulam e Hamsik,
con libertà di svariare sul campo per assecondare i movimenti in profondità dei
compagni. In Nazionale gli viene chiesto di stazionare largo per dare ampiezza
ed entrare in area sui cross dalla fascia opposta, ma l’unico giocatore che ha
assecondato il suo istinto associativo è stato Darmian
contro Israele, mentre contro la Spagna spesso arretrava per associarsi con De
Rossi, ma uno Spinazzola troppo bloccato lo ha costretto a giocare troppo largo
e troppo isolato per rendersi pericoloso. Non si è ben capito che aspetto
creativo volesse Ventura da Insigne, visto che
il napoletano è più abile nella rifinitura e nello sviluppare catene di
fascia dati i 2 dribbling su 2 riusciti nel nuovo campionato, mentre nello
scorso campionato gliene riuscivano 1,8 per 90 minuti e 3,5 passaggi chiave per
90 minuti in due partite e 2 per 90 minuti nello scorso campionato.
Quando ha avuto movimenti da assecondare, come in questo
caso, ha spaccato la difesa avversaria, dando avvio alla prima occasione da goal
capitata sui piedi di Belotti dopo appena 40 secondi.
Anche quando si parla di Verratti, l’opinione della stampa e
del grande pubblico sul giocatore è frutto di un grosso equivoco alla base
della carriera del centrocampista del PSG, che sin da quando era esploso nel Pescara
di Zeman è stato eletto erede di Pirlo, peccato che le caratteristiche dei due
centrocampisti siano molto diverse. Ventura lo colloca nel doble pivote davanti
alla difesa, ma Verratti non ha le caratteristiche per giocare in quel ruolo
sia in fase di possesso che di non possesso. In fase di possesso, per quella zona di campo si deve giocare a uno-due
tocchi, ma Verratti è un centrocampista che porta il pallone ed elude la
pressione avversaria. In fase di non possesso è abile a difendere in avanti, ma
non ha la forza per fare lunghi ripiegamenti.
La posizione ideale per Verratti sarebbe quella di mezzala
per assecondare la sua voglia di palla e per ovviare a limiti difensivi sia di
lettura all’indietro sia di protezione della difesa.
Dalla stampa, sin dal post -Mondiale 2014, Verratti è stato indicato come nuovo senatore dello spogliatoio azzurro, vista la militanza in un grande club, e soprattutto un leader tecnico dell'Italia del presente e del futuro, ma senza una giusta posizione in campo sarà dura fare strada in Nazionale.
La costruzione di una Nazionale non si deve basare
necessariamente su un modulo, ma su dei principi di gioco saldi, applicati ad un
modulo che possa esaltare il talento dei vari giocatori; gli azzurri sono
apparsi limitati da una collocazione tattica che non ne ha esaltato le
caratteristiche e li ha resi lenti nella circolazione di palla e tremendamente
prevedibili. Nulla è ancora compromesso in vista di Russia 2018,
probabilmente dovremo disputare i play-off, anche se andare a disputare un
Mondiale per poi giocare simili partite non so quanto possa essere positivo per
la nostra squadra.
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