A 9 giorni dall’esordio in campionato, analizziamo
l’imprinting tattico che Spalletti ha dato alla sua Inter. I risultati delle
amichevoli sono stati più che soddisfacenti; infatti nelle amichevoli giocate a
Brunico con Wattens e Norimberga sono arrivate una vittoria e una sconfitta, ma
arrivati in Cina si è assistito ad una metamorfosi della squadra, con le
vittorie contro Lione, Bayern e Chelsea e il pareggio contro lo Schalke.
Queste vittorie hanno riportato grande entusiasmo nell’ambiente nerazzurro e
molta fiducia da parte dei media che negli ultimi giorni hanno pubblicato
titoli ricchi di elogi verso l’Inter e il lavoro di Spalletti. È stata
rivalutata anche la campagna acquisti, meno spumeggiante di quella dei cugini
rossoneri, ma più mirata, e infatti proprio dai nuovi acquisti sembrano arrivare
le note più liete. Va anche detto che i risultati delle amichevoli estive vanno
presi con le molle, in quanto spesso possono distorcere alcune criticità della
squadra, casomai mascherate da alcuni buoni risultati. Nelle amichevoli estive ciò
che conta non è il risultato, ma i progressi della squadra dal punto di vista
dei meccanismi di gioco e dell’affiatamento tra i vari giocatori;
paradossalmente una sconfitta in amichevole può anche far bene, così da far
trovare alla squadra la giusta rotta.
Manifesto tattico
In questo video Spalletti espone il suo manifesto calcistico rispondendo ad alcune domande postegli dai tifosi nerazzurri attraverso i social. Fa intendere che il modulo base sarà il 4-2-3-1, ma ci sono due punti dell'intervista particolarmente esplicativi: al minuto 1:17, alla domanda su quali fossero le sue aspettative dal lavoro che la squadra avrebbe sostenuto a Brunico prima e in Asia poi, Spalletti risponde dicendo che vuole insegnare alla squadra quei concetti tali da farla giocare con le giuste distanze, così da riconoscere l'atteggiamento della linea difensiva avversaria; al minuto 2:55 gli viene chiesto quale sia l'idea di calcio che ha in mente per l'Inter, Spalletti risponde dichiarando che
vuole una squadra che vada a togliere lo spazio alle giocate degli
avversari e che comandi il gioco. Tenete
bene a mente il concetto del togliere lo spazio, ritornerà molto utile. Questo è il principio di gioco cardine dell'Inter di Spalletti, su questo principio si basano i principi tattici secondari.
Fase
di non possesso
Il togliere lo spazio alla manovra avversaria è un principio che l'Inter supporta in fase offensiva col controllo del pallone, ma anche in fase di non possesso, sia nella metà campo avversaria attraverso il pressing che nella propria metà con tutti gli effettivi dietro la linea del pallone.
L'Inter pressa alto il possesso di palla avversario, sia nelle situazioni statiche (rinvii dal fondo) che nelle situazioni dinamiche, come può essere una seconda palla nella metà campo offensiva tale da tenere la squadra alta.
Il riferimento del pressing è basato sull'uomo, questo stratagemma modifica l'assetto posizionale della squadra, ma consente un'azione di pressing più efficace. Il compito dei vari centrocampisti nerazzurri è quello di seguire un uomo e di schermarne la ricezione centrale. La finalità di questo tipo di pressing sta nel consentire agli avversari un'uscita di palla dalla difesa attraverso le fasce laterali.
Una volta fatto muovere il pallone sulla fascia, la squadra si compatta con tutti i suoi effettivi su un lato del campo.
La linea difensiva mantiene un'ampiezza di circa 20-25 metri. Il terzino che presidia la fascia dove si sviluppa il possesso avversario difende attivamente staccandosi dalla linea difensiva e aggredendo il portatore di palla, lo spazio alle sue spalle viene coperto dal mediano di riferimento. Il terzino opposto prende il centro del campo, mentre i centrali presidiano il mezzo-spazio. L'idea consiste nel concedere agli avversari lo spazio laterale così da limitare di 180° le loro opzioni di gioco, creando grande densità sul corto.
Una volta rallentato il possesso avversario, la squadra si compatta in un 4-4-2 con 8-10 giocatori sotto la linea della palla, con le linee di difesa e centrocampo, composte da 4 elementi cadauna e a 10-12 metri l'una dall'altra.

Spesso gli allenatori prediligono parlare di fase difensiva piuttosto che di difesa. Perché a difendere non sono solo i difensori, ma tutta la squadra; se i difensori non hanno protezione da parte del centrocampo gli avversari avranno spazio e tempo per attaccare al meglio e segnare.
Nelle situazioni in cui gli avversari riescono ad eludere il pressing alto dell'Inter, è sorprendente la celerità dei centrocampisti nerazzurri nel ripiegare verso la propria porta. Nella gif, in poco più di 4 secondi i quattro centrocampisti sono già sotto la linea della palla, costringendo Moses a giocare il pallone indietro anziché crossare, nonostante la presenza di 4 compagni di squadra nell'area avversaria. Questo meccanismo di ripiegamento, sulle transizioni offensive avversarie,
è stato probabilmente uno dei principali talloni d'Achille dell'Inter
post-triplete.
Per concludere con la fase di non possesso, l'Inter limita il gioco avversario sulle fasce, rendendo possibili gli attacchi grazie ai cross provenienti dalle fasce; una volta che gli avversari riescono a trovare il fondo, i nerazzurri tengono all'interno della propria area dai 6 agli 8 uomini.
Nella foto sono ben 7 i giocatori di movimento presenti in area contro due del Chelsea: con una simile presenza in area per gli avversari risulta particolarmente complicato concludere a rete, vista la netta inferiorità numerica. Una così numerosa presenza di giocatori nella propria area può però essere controproducente, portando ad un abbassamento del baricentro della squadra, anche se va detto che Spalletti allena molto le situazioni di contropiede. Un marchio di fabbrica tipico delle sue squadre è di risalire con facilità il campo grazie a movimenti e scambi di palla codificati tali da aprire praterie per i suoi contropiedisti.
Fase di possesso
Nell'intervista nel link ad inizio articolo, Spalletti parla di una squadra che deve dominare il gioco utilizzando il possesso del pallone come mezzo privilegiato per raggiungere questo fine. Il possesso palla per l'allenatore toscano è fondamentale, perché inibisce gli attacchi avversari e concede la possibilità alla sua squadra di poter creare un'azione da goal. In sostanza un'arma a doppio taglio, sia di difesa che d'attacco.
L'Inter dello scorso anno era una squadra che in fase di costruzione costringeva ogni suo giocatore a toccare il pallone almeno due-tre volte prima di liberarsene a favore di un compagno, questo perché spesso i movimenti di squadra non sempre erano ben coordinati, ognuno svolgeva il suo compito, ma senza cercare di migliorare la fluidità della manovra.
Il possesso dei nerazzurri, almeno per quanto visto nelle amichevoli pre-stagionali, è sembrato ben coordinato e abbastanza fluido, grazie anche ad un facilitatore di gioco come Borja Valero, giocatore dinamico che grazie al suo continuo muoversi offre sempre una linea di passaggio ad ogni compagno. Il fraseggio dell'Inter è nettamente migliorato rispetto agli ultimi anni.
Il fine del possesso dei nerazzurri consiste nel sovraccaricare di uomini una determinata zona di campo, così da avere superiorità posizionale e attrarre le attenzioni della difesa avversaria, per cercare i movimenti ad attaccare la profondità degli esterni e non più della sola punta. A differenza dello scorso anno, le ali svolgono più movimento senza palla per poi accentrarsi e tirare anziché limitarsi a crossare in area, attaccando lo spazio all'interno di essa sporadicamente.
Il filo conduttore delle gestioni di Mancini, De Boer e Pioli, per quanto riguarda l'attacco, è stato lo scarso supporto dato ad Icardi all'interno dell'area di rigore. Icardi nelle ultime due stagioni è stato spesso l'unico destinatario dei cross e dei key-pass dei propri compagni, pur trovandosi sempre in area da solo contro l'intera difesa avversaria. La scelta è tra avere maggiore presenza nell'area opposta (sbilanciando la squadra) oppure portare pochi giocatori in area avversaria preferendo un assetto tattico più equilibrato. La soluzione prediletta è stata la seconda, che ha sì mascherato alcuni difetti difensivi della squadra, ma al contempo ne ha inaridito le soluzioni offensive e reso inefficiente la produzione offensiva in relazione alle azioni sviluppate.
La soluzione che fin qui ha proposto Spalletti è la stessa soluzione che ha trasformato Nainggolan e Perrotta in due tra i migliori Shadow-Stricker degli ultimi 10 anni di Serie A. Il compito del trequartista di Spalletti consiste nell'essere centrocampista in fase di non possesso e nel caso in cui la squadra abbia difficoltà nel costruire la manovra, ma al contempo nell' essere l'ombra della prima punta in area di rigore, così da sfruttare lo spazio alle spalle del centravanti "riciclando" in rete i palloni che la punta non riesce a raggiungere. Un esempio evidente lo possiamo vedere dalla gif, dove Jovetic taglia alle spalle della linea difensiva avversaria su un magnifico lancio di Borja Valero: i difensori del Chelsea concentrano i loro sforzi sul montenegrino, mentre Perisic corre verso il centro dell'area per dare un'opzione di passaggio al compagno, essendo totalmente libero da marcature con la possibilità di battere a rete. In area Jovetic viene steso da Cahill e il "rimorchio" di Perisic per Jovetic non si concretizza.
Lo scorso anno alla Roma Edin Dzeko, centravanti titolare di Spalletti, è stato l'uomo chiave dell'annata giallorossa. La sua centralità nel gioco è dimostrata, oltre che dalle 29 reti realizzate, dai 4,8 tiri a partita e dai 9 assist stagionali. In assenza di Salah era l'uomo di riferimento per far salire il baricentro della squadra. Dzeko nello scacchiere di Spalletti era sì finalizzatore, ma anche sponda per i rinvii lunghi (target man), oltre che regista avanzato della squadra. Probabilmente Spalletti sta lavorando su Icardi per plasmarlo a centravanti ideale per il suo sistema di gioco, così come ha fatto con Dzeko lo scorso anno. Icardi però a differenza di Dzeko ha maggiore abilità nella fase di finalizzazione, ma è meno propenso a fare il lavoro di boa in mezzo ai due centrali; probabilmente l'Inter sarà una squadra che si affiderà poco al lancio lungo per il centravanti così da far salire la squadra.
Nei piani di Spalletti, Icardi dovrà crescere soprattutto in associatività e connessione col resto della squadra. L'argentino già lo scorso anno aveva dimostrato di essere un centravanti che gioca per la squadra e non punta tutto sulla finalizzazione, come dimostrano gli 8 assist e 1,2 passaggi chiave a partita. Spesso, nelle squadre di Spalletti, il centravanti più che un riferimento di finalizzazione è anche un uomo di costruzione avanzata, che raccorda il centrocampo assecondando gli inserimenti dei compagni. Questi dettami sembrano già essere stati recepiti, visto l'assist che Icardi ha sfornato per Brozovic, in una giocata di chiaro marchio spallettiano.
Le indicazioni che sono arrivate dalle amichevoli testimoniano di un'Inter ritrovata, per certi versi nuova e soprattutto matura per competere per le posizioni di vertice. La squadra sembra essersi ben adattata alle direttive di Spalletti. Spesso una pre-season entusiasmante può rivelarsi menzognera sul reale valore della squadra, ma per i tifosi nerazzurri un'estate senza subire umiliazioni in amichevoli può essere letta come un buon segno. Per Spalletti la panchina dell'Inter può essere la grande svolta della carriera, così come per i nerazzurri può essere la grande occasione per rilanciarsi dopo troppe annate sfortunate. Il campionato saprà dirci quale sarà il vero valore dei nerazzurri e a cosa potranno aspirare.
Per concludere con la fase di non possesso, l'Inter limita il gioco avversario sulle fasce, rendendo possibili gli attacchi grazie ai cross provenienti dalle fasce; una volta che gli avversari riescono a trovare il fondo, i nerazzurri tengono all'interno della propria area dai 6 agli 8 uomini.
Nella foto sono ben 7 i giocatori di movimento presenti in area contro due del Chelsea: con una simile presenza in area per gli avversari risulta particolarmente complicato concludere a rete, vista la netta inferiorità numerica. Una così numerosa presenza di giocatori nella propria area può però essere controproducente, portando ad un abbassamento del baricentro della squadra, anche se va detto che Spalletti allena molto le situazioni di contropiede. Un marchio di fabbrica tipico delle sue squadre è di risalire con facilità il campo grazie a movimenti e scambi di palla codificati tali da aprire praterie per i suoi contropiedisti.
Fase di possesso
Nell'intervista nel link ad inizio articolo, Spalletti parla di una squadra che deve dominare il gioco utilizzando il possesso del pallone come mezzo privilegiato per raggiungere questo fine. Il possesso palla per l'allenatore toscano è fondamentale, perché inibisce gli attacchi avversari e concede la possibilità alla sua squadra di poter creare un'azione da goal. In sostanza un'arma a doppio taglio, sia di difesa che d'attacco.
L'Inter dello scorso anno era una squadra che in fase di costruzione costringeva ogni suo giocatore a toccare il pallone almeno due-tre volte prima di liberarsene a favore di un compagno, questo perché spesso i movimenti di squadra non sempre erano ben coordinati, ognuno svolgeva il suo compito, ma senza cercare di migliorare la fluidità della manovra.
Il possesso dei nerazzurri, almeno per quanto visto nelle amichevoli pre-stagionali, è sembrato ben coordinato e abbastanza fluido, grazie anche ad un facilitatore di gioco come Borja Valero, giocatore dinamico che grazie al suo continuo muoversi offre sempre una linea di passaggio ad ogni compagno. Il fraseggio dell'Inter è nettamente migliorato rispetto agli ultimi anni.
Il fine del possesso dei nerazzurri consiste nel sovraccaricare di uomini una determinata zona di campo, così da avere superiorità posizionale e attrarre le attenzioni della difesa avversaria, per cercare i movimenti ad attaccare la profondità degli esterni e non più della sola punta. A differenza dello scorso anno, le ali svolgono più movimento senza palla per poi accentrarsi e tirare anziché limitarsi a crossare in area, attaccando lo spazio all'interno di essa sporadicamente.
Il filo conduttore delle gestioni di Mancini, De Boer e Pioli, per quanto riguarda l'attacco, è stato lo scarso supporto dato ad Icardi all'interno dell'area di rigore. Icardi nelle ultime due stagioni è stato spesso l'unico destinatario dei cross e dei key-pass dei propri compagni, pur trovandosi sempre in area da solo contro l'intera difesa avversaria. La scelta è tra avere maggiore presenza nell'area opposta (sbilanciando la squadra) oppure portare pochi giocatori in area avversaria preferendo un assetto tattico più equilibrato. La soluzione prediletta è stata la seconda, che ha sì mascherato alcuni difetti difensivi della squadra, ma al contempo ne ha inaridito le soluzioni offensive e reso inefficiente la produzione offensiva in relazione alle azioni sviluppate.
La soluzione che fin qui ha proposto Spalletti è la stessa soluzione che ha trasformato Nainggolan e Perrotta in due tra i migliori Shadow-Stricker degli ultimi 10 anni di Serie A. Il compito del trequartista di Spalletti consiste nell'essere centrocampista in fase di non possesso e nel caso in cui la squadra abbia difficoltà nel costruire la manovra, ma al contempo nell' essere l'ombra della prima punta in area di rigore, così da sfruttare lo spazio alle spalle del centravanti "riciclando" in rete i palloni che la punta non riesce a raggiungere. Un esempio evidente lo possiamo vedere dalla gif, dove Jovetic taglia alle spalle della linea difensiva avversaria su un magnifico lancio di Borja Valero: i difensori del Chelsea concentrano i loro sforzi sul montenegrino, mentre Perisic corre verso il centro dell'area per dare un'opzione di passaggio al compagno, essendo totalmente libero da marcature con la possibilità di battere a rete. In area Jovetic viene steso da Cahill e il "rimorchio" di Perisic per Jovetic non si concretizza.
Lo scorso anno alla Roma Edin Dzeko, centravanti titolare di Spalletti, è stato l'uomo chiave dell'annata giallorossa. La sua centralità nel gioco è dimostrata, oltre che dalle 29 reti realizzate, dai 4,8 tiri a partita e dai 9 assist stagionali. In assenza di Salah era l'uomo di riferimento per far salire il baricentro della squadra. Dzeko nello scacchiere di Spalletti era sì finalizzatore, ma anche sponda per i rinvii lunghi (target man), oltre che regista avanzato della squadra. Probabilmente Spalletti sta lavorando su Icardi per plasmarlo a centravanti ideale per il suo sistema di gioco, così come ha fatto con Dzeko lo scorso anno. Icardi però a differenza di Dzeko ha maggiore abilità nella fase di finalizzazione, ma è meno propenso a fare il lavoro di boa in mezzo ai due centrali; probabilmente l'Inter sarà una squadra che si affiderà poco al lancio lungo per il centravanti così da far salire la squadra.
Nei piani di Spalletti, Icardi dovrà crescere soprattutto in associatività e connessione col resto della squadra. L'argentino già lo scorso anno aveva dimostrato di essere un centravanti che gioca per la squadra e non punta tutto sulla finalizzazione, come dimostrano gli 8 assist e 1,2 passaggi chiave a partita. Spesso, nelle squadre di Spalletti, il centravanti più che un riferimento di finalizzazione è anche un uomo di costruzione avanzata, che raccorda il centrocampo assecondando gli inserimenti dei compagni. Questi dettami sembrano già essere stati recepiti, visto l'assist che Icardi ha sfornato per Brozovic, in una giocata di chiaro marchio spallettiano.
Le indicazioni che sono arrivate dalle amichevoli testimoniano di un'Inter ritrovata, per certi versi nuova e soprattutto matura per competere per le posizioni di vertice. La squadra sembra essersi ben adattata alle direttive di Spalletti. Spesso una pre-season entusiasmante può rivelarsi menzognera sul reale valore della squadra, ma per i tifosi nerazzurri un'estate senza subire umiliazioni in amichevoli può essere letta come un buon segno. Per Spalletti la panchina dell'Inter può essere la grande svolta della carriera, così come per i nerazzurri può essere la grande occasione per rilanciarsi dopo troppe annate sfortunate. Il campionato saprà dirci quale sarà il vero valore dei nerazzurri e a cosa potranno aspirare.
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