Roma - Inter non è solo il ritorno all'Olimpico da ex di Luciano Spalletti, ma anche un ricco antipasto di ciò a cui assisteremo nel corso di questo campionato. Essendo ancora presto per parlare di scontro diretto, il match di ieri sera ha visto affrontarsi due tra le squadre più quotate per la lotta alle posizioni di vertice.
Entrambe le squadre hanno conquistato i 3 punti nella gara d'esordio, i giallorossi soffrendo su uno dei campi più difficili della Serie A, mentre i nerazzurri hanno agevolmente avuto ragione di una Fiorentina ancora in fase di costruzione.
Entrambe le formazioni presentano un solo cambio rispetto alla gara d'esordio.

Per i giallorossi il cambio in questione è Juan Jesus, terzino destro al posto dell'infortunato Bruno Peres, che a Bergamo era stato uno dei più convincenti. In attacco un po' a sorpresa riconfermato Defrel, non brillantissimo contro l'Atalanta, ma utile con i suoi strappi per allungare la linea difensiva avversaria.
A vedere la formazione, sembrerebbe che Di Francesco abbia già trovato la giusta quadratura a livello di uomini per il suo 4-3-3.
Quanto all'Inter, Spalletti sostituisce Brozovic con Gagliardini, portando Borja Valero dalla linea mediana a quella di trequarti ad agire a ridosso di Icardi: sostituzione volta a dare più sostanza in mediana per limitare le mezzeali della Roma. Sulla fascia sinistra viene preferito ancora una volta Nagatomo ad un Dalbert ancora non pienamente integrato nei meccanismi della squadra di Spalletti.

Sin dai primi minuti è l'Inter a fare la partita, mostrando un fraseggio rapido e ben sincronizzato tra i vari interpreti. La Roma difende con un pressing appena accennato per schermare il centro del campo e due linee da quattro dietro la metà campo. In particolare nei primi 15 minuti, i giallorossi non riescono a venire a capo dell'enigma Borja Valero, formalmente trequartista, ma uomo ovunque della squadra, semplificatore del possesso nerazzurro: un secondo prima lo trovi davanti la difesa a far girare il pallone e pochi secondi dopo lo trovi a ricevere alle spalle della linea dei centrocampisti giallorossi. Una volta servito alle spalle del centrocampo, Borja Valero ha il terzino in appoggio sulla fascia, mentre Icardi ricerca la profondità o l'ampiezza profonda dell'esterno di riferimento.
I nerazzurri, pur avendo un vantaggio tattico in mezzo al campo, non riescono ad imprimere un totale controllo sulla gara, come accaduto nei minuti iniziali contro la Fiorentina. In questa fase di partita c'è un botta e risposta di occasioni: Fazio va vicino al goal su calcio d'angolo, Icardi e Candreva sprecano da pochi passi un cross di Perisic, Kolarov colpisce il primo palo della serata con un tiro sporco da fuori area sugli sviluppi di un calcio d'angolo.
Al quarto d'ora è la Roma a passare in vantaggio, col primo goal stagionale di Dzeko. Sul lancio di Nainggolan, Dzeko taglia tra Skriniar e D'Ambrosio, che cercano di metterlo in fuorigioco anziché difendere la profondità. Il bosniaco aggancia il pallone e, senza far nemmeno toccare terra alla sfera, insacca alle spalle di Handanovic, che tocca ma non riesce a deviare il pallone. Il vantaggio della Roma non è demeritato per ciò che ha dimostrato sinora, ma arriva in un momento in cui può tagliare le gambe all'avversario, che pure fin lì ha avuto il pallino del gioco.
La squadra allenata da Spalletti, una volta subito lo svantaggio, alza il baricentro per raggiungere il pareggio. La Roma risponde arretrando il baricentro, per poi lanciare lungo verso Dzeko o in profondità per la corsa di Defrel a risalire il campo. L'Inter cerca di sviluppare la manovra sulle fasce, ma non riesce a produrre altro che sterili cross facilmente controllati da Fazio e Manolas. Il problema è principalmente nell'impostazione: per mantenere il baricentro alto, l'Inter porta Miranda e Skriniar a ridosso della linea mediana, con Vecino e Gagliardini nella metà campo avversaria che non riescono a far uscire il pallone con celerità per dare ritmo alla manovra, che risulta così lenta e prevedibile.
A questo punto, per riavviare l'azione, Borja Valero è costretto ad arretrare, cosa che risolve il problema della circolazione della palla stagnante sulla mediana, ma priva l'Inter di un riferimento sulla trequarti che possa creare superiorità e gestire il possesso in una zona ancor più congestionata da maglie giallorosse. La Roma fa davvero poca fatica a limitare l'Inter e riesce anche a risalire il campo con estrema facilità; e con Nainggolan colpisce il secondo legno di giornata.
Una volta recuperata palla, i difensori giallorossi vengono aggrediti dal quadrilatero offensivo nerazzurro (Perisic, Borja Valero, Candreva e Icardi), sostenuto dalla coppia di mediani. Ciò agevola il gioco della Roma, che coi cambi di gioco può innescare le corse senza palla di Defrel oppure servire Perotti, che può creare superiorità dribblando l'avversario diretto; queste due soluzioni sono più che sufficienti per sviluppare al meglio il gioco dei giallorossi, senza dover costringere Dzeko a svolgere compiti di raccordo, così da concentrarsi solo sulla fase di finalizzazione. In questa parte della gara va in particolare difficoltà Gagliardini, che in fase di costruzione non riesce a dare avvio all'azione e in fase difensiva si trova in difficoltà a difendere sulle azioni laterali della Roma, che cambiando gioco lo costringe a 40-50 metri di corsa ogni volta. Per migliorare la fase di possesso e quella di pressing, Spalletti, già prima del duplice fischio, comunica a Joao Mario di intensificare il riscaldamento.
L'ingresso del portoghese per Gagliardini porta Borja Valero davanti la difesa, col nuovo entrato trequartista a sostegno di Icardi. Joao Mario, pur compiendo scelte di possesso più semplici di Borja Valero, ha più gamba per pressare i giallorossi e reggere ai contrasti avversari.
Le uniche situazioni in cui l'Inter riesce a rendersi pericolosa è quando la Roma perde palla nella sua metà campo, senza però creare occasioni pericolose.
L'Inter non riesce a difendere gli spazi laterali, dove la distanza tra terzino e ala si dilata, in particolare sulla fascia destra, dove spesso Candreva non è puntuale in copertura e D'Ambrosio viene costantemente puntato da Perotti e da Kolarov. Proprio da una di queste situazioni Perotti si accentra nel mezzo-spazio e lascia partire un mancino che si stampa sul palo. Per la terza volta il palo grazia Handanovic e tiene ancora in vita una partita che la Roma fin lì sta nettamente meritando.

L'Inter nel momento peggiore riesce a trovare un pareggio, quasi insperato per come si sta mettendo la partita. Juan Jesus, pressato da Perisic, gioca un pallone lungo verso Dzeko, il lancio viene intercettato da Vecino, che di testa serve Candreva, che accentratosi fa una pausa che attira fuori posizione Fazio; Candreva a quel punto fa un key-pass per Icardi, tenuto in gioco da Manolas, e l'argentino controlla il pallone con un passo lungo, bravissimo nel coordinarsi e nel girare di punta col destro il pallone alle spalle di un Allison insuperabile fino a quel momento.
Quando la partita sembrava incanalata verso la vittoria della Roma, il pareggio di Icardi rimescola le sorti della gara. Entrambe le squadre approcciano il pareggio in maniera proattiva e la Roma, complice una lettura sbagliata di Dalbert subentrato a Nagatomo, ha la palla del nuovo sorpasso con un altro subentrato, El Shaarawy, che supera Handanovic, ma trova l'opposizione di Dalbert, che così recupera all'iniziale errore, togliendo un pallone altrimenti destinato al fondo della rete.
La Roma fiuta il nuovo vantaggio e si sbilancia in avanti. L'Inter abbassa il baricentro e riesce a trovare solidità difensiva e soprattutto interessanti spazi in contropiede. In una di queste situazioni Joao Mario recupera palla nella metà campo nerazzurra e trascina la transizione, per poi scaricare palla sull'esterno mancino, dove Perisic si trova in una situazione di 1vs1: con Juan Jesus che è un mancino adattato a destra, Perisic riesce a saltare l'avversario diretto e mette in mezzo per Icardi che fa leva sul piede perno e insacca per la seconda volta Allison per il sorpasso nerazzurro.

Pochi minuti dopo è ancora Icardi a sfuggire alla linea difensiva giallorossa su uno splendido filtrante di Borja Valero, l'argentino è bravissimo a resistere al ritorno di Manolas, che lo costringe ad allargarsi riducendone lo specchio di porta e semplificando la parata di Allison ben posizionato.
Pochi minuti dopo si ripete la stessa identica azione, Perisic salta nuovamente Juan Jesus sull'esterno e crossa in mezzo, Icardi si posiziona verso il centro dell'area di rigore; con questo movimento attrae i difensori giallorossi, che vengono beffati dall'inserimento arretrato di Vecino: è lui che da pochi passi spedisce in rete per l'1-3 finale.
L'Inter è riuscita a portare via i 3 punti da un campo estremamente difficile, dove non vinceva dal 2008 e dove lo scorso anno, in campionato, ha vinto solo il Napoli. L'Inter ha giocato bene i primi 15 minuti e gli ultimi 23, mentre la Roma ha sviluppato meglio il suo gioco nella fase centrale del match, ma senza riuscire a chiudere la gara nelle fasi di partita a lei favorevoli. L'Inter ancora deve migliorare gli scivolamenti sugli esterni nei cambi di gioco, che nella gara contro la Roma non sono stati abbastanza rapidi ed hanno concesso molto spazio all'iniziativa avversaria. La Roma è migliorata rispetto alla prima gara, ma il problema del concretizzare quanto prodotto potrebbe essere un fardello pesante da portarsi dietro nel corso della stagione, mentre si sono visti meccanismi più fluidi in fase di possesso. La sensazione definitiva è che ad oggi l'Inter sia già una squadra più solida e soprattutto più cinica nella fasi determinanti della gara di quanto non si sia dimostrata la Roma.
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