Il declino di Mazzarri

Il percorso di Mazzarri allenatore è fatto di tanta gavetta, ma grazie ai buoni risultati ottenuti è riuscito a scalare la piramide del calcio italiano quando nel 2004 porta in Serie A il Livorno. Nel giro di pochi anni compie un miracolo salvando la Reggina partita con 11 punti di penalità e porta la Sampdoria in Europa. Nell’autunno del 2009 è il Napoli a chiamarlo per sostituire Donadoni, che mediaticamente e tatticamente ne è l'antitesi. Walter trascina il Napoli fino al sesto posto la prima stagione; nei successivi tre campionati consolida il Napoli come protagonista del campionato attraverso un terzo, un quinto e un secondo posto, oltre a qualche avventura europea. Il Napoli ritorna tra le grandi, mentre Mazzarri prende quota nel panorama degli allenatori del nostro campionato, ed è l’Inter ancora per poco di Massimo Moratti a chiamarlo per la rifondazione. Nella prima conferenza stampa  è fiero nello sventolare il personale score di zero esoneri. La sua Inter parte bene, ha una buona organizzazione difensiva anche se le manca qualcosa per essere al passo con le prime della classe. In quel periodo le interviste di Mazzarri piene di attenuanti e di scuse, talvolta assurde, lo proiettano agli onori della cronaca più per meriti comici che sportivi; ne nasce addirittura una pagina Facebook dal titolo:”Le partite viste da Mazzarri”. Nel corso della prima stagione nerazzurra esce il suo primo e unico libro dal titolo:”Il meglio deve ancora Venire”.

Il meglio deve ancora venire
L’infausta opera edita nella primavera del 2014, narra di un Mazzarri che vede davanti a sé il coronamento di tanti anni di sacrifici, raccogliendo i frutti calcisitici (le vittorie) di una semina lunga e faticosa. Ovviamente Mazzarri nel libro alterna toni autocelebrativi al delirio più totale, se non addirittura deliri di onnipotenza. Come spesso accade a molti libri scritti da personaggi che poco hanno a che fare con la letteratura, quali allenatori, fashion blogger, calciatori, politici di basso rango, gli utenti di Amazon si scagliano con commenti al vetriolo tra l’indignato e l’ironico. Abbiamo dunque selezionato e diviso i migliori commenti fatti al libro di Walter Mazzarri.

Categoria  A: aspra critica

In questa categoria abbiamo raccolto i commenti più acidi e aspri rivolti al libro, ma soprattutto a Mazzarri sia come uomo che come allenatore.
Il titolo è forte e diretto e la sola stella data come recensione dà tutta l’impressione di un attacco frontale. La stoccata comica in apertura fa sorridere, ma il giudizio è molto duro, probabile il lettore sia rimasto deluso dalla scarsa umiltà presente nel libro, come quando Mazzarri racconta di una discussione tattica tra lui e Guardiola, allora allenatore del Barcellona, che dopo aver bastonato il Napoli per 5-0 in un trofeo Gamper prende appunti come in presenza di un santone del gioco. Il punto tragico arriva alla fine quando Mazzarri viene definito specchio di un calcio italiano in declino, a tratti ridicolo.

 Un’altra recensione da una stella, stavolta da un fan rimasto deluso dal libro fin troppo autocelebrativo, che in realtà ha poco o nulla da celebrare. Forse qui sta la vera pecca del libro, che può risultare interessante per alcuni aneddoti, ma che non può permettersi di essere vanaglorioso in virtù del palmares povero di successi dell’autore.

Categoria B: ironia portami via
In questa categoria abbiamo inserito le recensioni intrise di un'ironia per certi versi distruttiva, che cela una scarsa considerazione nei confronti dell’autore.
Le 5 stelle hanno un non so che di ossimoro, ma danno risalto al piglio ironico del commento. Il "codesto" tipica espressione toscana e soprattutto tipica della dialettica mazzarriana, in aggiunta all’accostamento a Sir Alex Ferguson, è una palla demolitrice. Poi il commento si sposta sul piano tattico dove Mazzarri, esponente dell’inglese kick&run, viene indicato come allievo della scuola del calcio totale con cui il calcio reattivo di Mazzarri ha poco a che spartire. Inoltre vengono sottolineate con fine sagacia e incredibile crudeltà le piazze dove Mazzarri ha fatto sì bene, ma che in realtà sono piazze di provincia (parzialmente lo era anche il Napoli prima del suo arrivo), per poi arrivare all’essenza della presa in giro per quanto riguarda i calci d’angolo conquistati dalle sue squadre per nulla inferiori a quelli conquistati dalle squadre allenate da Mourinho e Guardiola. In chiusura si auspica un sequel quantomeno perculante.

Il più classico dei commenti ironici è il “pagine ideali” o “pagine utili per”, quasi a far presente all’autore che il libro da questi scritto più che uno scempio per la letteratura lo è per gli alberi abbattuti per pubblicare un simile libro. Da notare alla fine l’invito ecologista al quale ci uniamo.

Categoria C: riferimenti legati ad alcune frasi dell’autore
Tipica congettura mazzarriana, lamentevole, ovvia al punto che quando la senti dire pensi che in realtà sia il doppiaggio degli Autogoal, ma in realtà l’ha detta un allenatore di Serie A che casomai allena la tua squadra del cuore.

 La citazione in foto, probabilmente Mazzarri con queste e altre citazioni potrebbe farne un pensiero filosofico post-moderno, per certi versi un'evoluzione della “Murphy’s Law”.
Questo commento è chiaro riferimento all’ultima frase pronunciata da Mazzari da allenatore dell’Inter. Il discorso della pioggia ha declassato Mazzarri da allenatore a comico. L’Inter lo esonererà il giorno dopo per richiamare Mancini. Sul finire, da segnalare il chiaro riferimento all’ossessione di Mazzarri per i calci d’angolo.

Intermezzo: 
Un giovanissimo Mazzarri, vice di Ulivieri ai tempi del Napoli, intervistato a fine partita dopo una sconfitta casalinga del Napoli, complice l'influenza che ha afflitto buona parte della squadra (e la diarrea!).

Silenzio e riapparizione
Dopo l’esonero dall’Inter Mazzarri non appare più pubblicamente, rifiuta qualche panchina anche perché la paga sarebbe inferiore all’ingaggio percepito da allenatore esonerato dell’Inter. Fin quando una mattina di luglio viene interrotta da un suo video.

Mazzarri è il nuovo allenatore del Watford e si presenta al nuovo campionato con un inglese traballante, ma che promette di migliorare nel corso della stagione. Mazzarri a parte pochi squilli fa una stagione per certi versi piatta, salvezza tranquilla, ma alla fine Mazzarri non va oltre le aspettative come suo solito. A fine stagione una nota pagina Facebook lo pronostica come futuro vincitore della Premier League 2017-18.
Purtroppo la profezia si trasforma in una delle più clamorose gufate, infatti pochi giorni dopo una ronda di calciatori del Watford ne chiedono l’esonero  perché non concede abbastanza giorni di riposo e soprattutto il suo inglese è deficitario e rende complessa l’interazione coi giocatori.
Probabilmente adesso Mazzarri sarà in Italia immerso nel calore della sua famiglia, dopo un anno di sacrifici lontano da casa, il tutto in attesa di una nuova squadra che lo chiami per risollevare le sorti della squadra e la sua carriera da allenatore.

Mazzarri ha avuto una più che discreta carriera, ma il suo ideale calcistico difficilmente si conformerebbe a quello di una grande squadra alla quale è richiesto di controllare il gioco. Mazzarri non ha mai provato veramente ad evolvere il suo credo calcistico, restando fedele alle sue idee di gioco che sì gli hanno dato soddisfazioni, ma che in termini di trofei gli hanno fruttato solo una Coppa Italia. Infine la sua politica comunicativa non lo agevola nel guadagnarsi la fiducia di grandi squadre, viste le continue attenuanti (pioggia, diarrea, compleanno di Cavani) che talvolta sfociano nell'attribuire le colpe di una sconfitta ad un solo giocatore, come quando colpevolizzò Kovacic al termine di uno Juve-Inter perso per 3-1.
Insomma, buona fortuna Walter.

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