Il calcio di punizione è una delle componenti più romantiche del calcio. Il tiro deve scavalcare o aggirare un muro di uomini posto a protezione del portiere e poi battere la resistenza di quest'ultimo. I goal su calcio punizione sono belli ed hanno un non so che di specialità. Non è da tutti segnare su un calcio di punizione e solo per pochi eletti è un arte con cui sbalordire gli spettatori. Abbiamo dunque scelto 6 diversi tiratori che rappresentano stili diversi e modi di calciare diversi, tremendamente efficaci.
Mario Corso e la "foglia morta"
Il primo vero esteta del calcio di punizione in Italia è stato Mario Corso, attaccante della grande Inter degli anni '60. Il suo calcio di punizione veniva appunto definito "a foglia morta", che prima scavalcava la barriera e poi scendeva a pochi centimetri dalla traversa, beffando il portiere convinto che il pallone sarebbe finito alto sopra la trasversale.
Il calcio di Corso è molto pulito e va a fare un pallonetto che inganna il portiere, che si vede un pallone non particolarmente potente, ma tremendamente angolato, che non gli lascia scampo. Oggi punizioni simili si vedono spesso, ma per gli anni '60 le punizioni a foglia morta erano un'assoluta novità. Per Mario Corso la barriera non costituiva più una riduzione allo specchio della porta, bensì uno strumento a vantaggio del tiratore per ingannare il portiere avversario.
Diego Armando Maradona
Mario Corso era definito il piede sinistro di Dio per la potenza e la precisione dei suoi tiri. Maradona è mancino come Mario Corso, ma il suo piede mancino non è il piede di Dio, il suo piede sinistro è il Dio del calcio. El Pibe de Oro col suo mancino poteva disegnare qualsiasi parabola per poter ingannare il portiere avversario. Per lui la barriera non è un ostacolo, soprattutto se si avvicina troppo al pallone.
Maradona prende una rincorsa molto laterale così da poter avere una migliore torsione del piede e dare più effetto al pallone. Questo gli consente anche di poter dare traiettoria e potenza ottimale per far finire il pallone nello specchio di porta. Maradona è in grado di segnare da ogni posizione, sia vicino o lontano dalla porta, angolato o centrale, per lui non fa alcuna differenza.
Michelle Platini
Platini era solito non scavalcare la barriera, bensì aggirarla, senza calciare necessariamente alto, ma preferendo angolare il tiro sul palo lungo. Questa soluzione non è molto adatta per le punizioni centrali, ma è quasi infallibile nelle punizioni laterali.
La rincorsa di Platini è breve così da ottenere un tiro secco e preciso, spesso sul palo del portiere, che ha lo svantaggio di non vedere partire il pallone. Il suo calcio è leggero e ben calibrato, quasi mai potente, volto ad ingannare il portiere, non a sopraffarlo.
Roberto Baggio
Baggio è forse il giocatore che ha la tecnica di calcio più interessante. Cerca la precisione indirizzando nell'angolino alto; sul palo corto se da posizione laterale e sul palo lungo se da posizione centrale.
Baggio calcia col corpo molto all'indietro per ottenere una traiettoria più alta possibile, dando direzione al calcio grazie al movimento delle spalle, che fanno sì che il calcio impresso col piede abbia un giro avvolgente. La difficoltà sta nel bilanciare alla perfezione il corpo. Baggio lo fa sembrare di una semplicità disarmante.
Francesco Totti
Il calcio dell'ex capitano della Roma è secco, potente e preciso. Il tiro di Totti invita il portiere ad andare giù il più in fretta possibile per deviare la conclusione, bassa e potente, spesso indirizzata all'angolino basso.
Spesso Totti chiede ad un compagno di toccare il pallone e ad un altro compagno di tenere con la suola il pallone a terra, come fosse un kicker del football americano. Questo stratagemma è studiato ad hoc per non far impennare la traiettoria del pallone, ma anche per attrarre fuori posizione i componenti della barriera, così da farla aprire e far filtrare il pallone, anche con una deviazione che spiazzi il portiere.
Zico, il chirurgo
Un anno dopo l'arrivo di Platini e un anno prima dell'arrivo in Serie A di Maradona e Rumenigge, l'Udinese acquistò dal Flamengo Zico, il Pelé bianco. Zico nelle prime gare casalinghe allo stadio Friuli colpisce sempre la traversa: intervistato da alcuni giornalisti, dichiara che la misura della traversa non è quella regolamentare. Il giorno dopo due addetti allo stadio misurano l'altezza delle porte dello stadio Friuli e si accorgono che la traversa è di 0,5 centimetri più bassa della misura regolamentare di 2,44 cm. Questo aneddoto ci fa capire quanto fosse innata la sensibilità dei piedi in Zico, al punto da poter stabilire che la traversa era collocata a solo 0,5 centimetri più in basso del solito.
Zico predilige una rincorsa breve, col corpo chinato in avanti. Il pallone viene colpito di interno collo, poco sotto l'alluce, per consentire al pallone di ottenere la traiettoria a giro desiderata. Il pallone scavalca abbondantemente la barriera per poi piazzarsi sotto l'incrocio dei pali.
Questa tecnica di tiro ha influenzato Juninho Pernambucano, che evolverà il tiro di Zico accompagnando il pallone dall'interno all'esterno del piede, per dare una traiettoria mutevole al pallone, dal punto di battuta fino la porta. Questo tipo di calcio influenzerà, a sua volta, Andrea Pirlo, che per anni tartasserà i portieri avversari con la sua "maledetta".
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