La Champions League dei Campioni


Una storia riscritta
Dalla stagione 1996-97, nelle principali 8 leghe affiliate alla Uefa, le prime due classificate, e non più solo la vincitrice del campionato, avrebbero partecipato all’edizione successiva della Champions League. Quello fu il primo vero grande cambiamento apportato alla defunta Coppa dei Campioni, al quale nel giro di nemmeno dieci anni se ne sarebbero aggiunti altri - ma questa è un’altra storia-. Abbiamo dunque provato a fare un’ipotesi a posteriori sull’albo d’oro della Champions League se fosse rimasta in vigore la regola della partecipazione esclusiva dei club campioni nazionali: siamo andati ad analizzare i vari tabelloni finali delle edizioni a partire dal 1997-98 (edizione in cui si è verificato per la prima volta l’evento), eliminando le squadre che non avevano vinto il titolo nazionale l’anno precedente e “proclamando” campione d’Europa la squadra vincitrice del proprio campionato che più lontano era arrivata nel tabellone della Champions League. Tutto questo con la consapevolezza che l’attendibilità di quest’ipotesi rasenta lo zero, anche perché non è coi “se” e coi “ma” che si fa la storia.

Ecco come sarebbero andate le cose. Da notare che forse mantenendo la vecchia formula ci sarebbero state molte più possibilità che una squadra si confermasse campione per due anni di fila (evento che non si manifesta del 1990, Milan di Sacchi), prima che il Real Madrid riuscisse nell'impresa proprio quest'anno. A mio modesto avviso un simile albo d’oro dell’ultimo ventennio rende parzialmente giustizia ad alcune delle più grandi realtà del calcio Europeo che non sono riuscite ad entrare nell’olimpo dei Campioni d’Europa, come la Juve del Lippi-bis, il Milan del 2005, il Chelsea di Mourinho, il Borussia Dortmund del Gegenpressing targato Klopp e la grande Juve dell’ultimo quinquennio . Sempre dalla nostra strampalata ipotesi Guardiola avrebbe già in bacheca 4 Champions League con sole 6 partecipazioni.

|*Anche la Dinamo Kiev (campione nazionale) era stata eliminata in semifinale, ma inseriamo la Juventus in quanto eliminata dalla finalista realmente vincente.
**Anche il Barcellona (campione nazionale) era stata eliminato in semifinale, ma inseriamo il Bayern Monaco in quanto eliminata dalla finalista realmente vincente.|

L’albo d’oro,


Impressionante è come sarebbe potuto essere il presumibile albo d’oro, col Bayern che raggiunge in vetta il Real a quota 8 e l'anno prossimo potrebbe puntare al clamoroso sorpasso; per la prima volta in oltre 60 di Coppa Campioni/Champions League i Bianchi di Madrid potrebbero non essere più la squadra col maggior numero di successi nella competizione. La Juve non avrebbe più l’etichetta di finalista perdente (5 finali perse su 6 disputate in 20 anni sono un bel macigno), raggiungendo il Milan a quota 6 successi con la vittoria di quest’ultima edizione. Il Milan pur senza una Champions sarebbe libero dai fantasmi di Istanbul. Infine forse le squadre spagnole non farebbero così tanta paura, a differenza dei temibili campioni di Germania dominatori di questa Europa calcistica di tutt’altra dimensione.

Vincitori per nazione
La classifica per le vincitrici per nazioni, con l’attuale formula parla di un netto predominio storico, ma anche recente di marca spagnola, infatti le ultime quattro edizioni sono state vinte da squadre spagnole. Con Italia e Inghilterra a battagliare a pari trionfi per il secondo posto. Ai piedi del podio la Germania, che è stato l’ultimo paese a portare a casa la coppa prima del dominio spagnolo. Più staccate Olanda e Portogallo, le cui vittorie solo in un caso sono arrivate nella Champions League post riforma del 1998.

Col mantenimento della formula storica, invece i numeri risulterebbero quasi stravolti rispetto alla realtà. Addirittura l’Italia sarebbe in testa a questa speciale, quanto ipotetica, classifica con 15 successi, ultimo quello della Juve. Staccata di due lunghezze la Spagna, infatti nella realtà Barcellona e Real l’anno precedente al trionfo continentale non avevano vinto il loro campionato e quindi non si sarebbero potute qualificare per la Coppa Campioni. Incredibile l’exploit della Germania che raggiungerebbe l’Inghilterra a quota 11, grazie ai due 3 titoli portati a casa da Bayern e Borussia negli ultimi 5 anni. Un simile confronto però potrebbe anche darci reale dimensione della competitività dei vari campionati nazionali.

Però chi ci avrebbe perso sarebbe stato lo spettacolo; aver riscritto la storia degli ultimi 20 anni di Champions mi ha fatto pensare a quante incredibili partite forse non si sarebbe mai potuto assistere.I campioni nazionali vanno in Coppa dei Campioni, i vincitori della coppa nazionale disputano la coppa delle coppe, mentre le seconde classificate in campionato disputano la Coppa Uefa (ex coppa delle fiere). Un mondo dove non ci sarebbe mai stata l’assurda rimonta del Manchester United nella finale del 1999. Paolo Maldini non avrebbe alzato la Coppa dei Campioni in Inghilterra, 40 anni dopo suo padre e sempre con la stessa maglia, per non parlare del quarto di finale contro l’Ajax e il derby contro l’Inter in semifinale. Il Milan non avrebbe perso la finale del 2005 contro il Liverpool né si sarebbe vendicato ad Atene due anni dopo. Gli spettacolari derby di coppa tra squadre dello stesso paese, come la finale tutta italiana del 2003. La sensazione di sorpresa che può regalarci un’outsider che va in fondo alla competizione. Carlo Ancelotti non avrebbe mai messo la firma sulla "décima" nella partita più thriller della storia del Real Madrid. Sarà anche bello pensare a come sarebbe potuto essere. Ma forse è meglio che sia andato così.

Commenti